Dal divieto all'invito

file

La fede in Cristo fa cadere il muro di separazione che divide giudei e gentili Così il divieto che c’era nel cortile storico del tempio di Gerusalemme è diventato oggi un invito a situarsi alla frontiera tra la credenza e la non credenza. Il Concilio Vaticano II ha espresso la necessità per la Chiesa di far fronte alle voci sempre più udibili della cultura contemporanea e, in particolare, dell’ateismo, della non credenza e dell’indifferenza religiosa.

«(...) E mentre il mondo avverte così lucidamente la sua unità e la mutua interdipendenza dei singoli in una necessaria solidarietà, violentemente viene spinto in direzioni opposte da forze che si combattono... (...) Aumenta lo scambio delle idee; ma le stesse parole con cui si esprimono i più importanti concetti, assumono nelle differenti ideologie significati assai diversi. Infine, con ogni sforzo si vuol costruire un'organizzazione temporale più perfetta, senza che cammini di pari passo il progresso spirituale.

»Immersi in così contrastanti condizioni, moltissimi nostri contemporanei non sono in grado di identificare realmente i valori perenni e di armonizzarli dovutamente con le scoperte recenti. Per questo sentono il peso dell’inquietudine, tormentati tra la speranza e l'angoscia, mentre si interrogano sull'attuale andamento del mondo. Questo sfida l'uomo, anzi lo costringe a darsi una risposta.» 

(Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, nº 4)

Per questo Papa Paolo VI creò il Segretariato per i non credenti, il 9 aprile 1965, che nel 1988 divenne il Pontificio Consiglio per il Dialogo con i non credenti, con due obiettivi: studiare il fenomeno dell’ateismo per comprenderne le ragioni profonde, e instaurare e sviluppare il dialogo con i non credenti. Nel 1982, Giovanni Paolo II istituì il Pontificio Consiglio della Cultura per il dialogo e la collaborazione tra la Chiesa e la cultura del nostro tempo. Nel 1993 tale istituzione si fuse con il Pontificio Consiglio per il Dialogo con i non credenti, sotto la presidenza del Cardinale Paul Poupard fino al 2007.

Attualmente il responsabile è il Cardinale Gianfranco Ravasi. Il Pontificio Consiglio della Cultura è composto da diversi dipartimenti: «Arte e fede», «Scienza e fede», «Credenza e non credenza», «Le culture emergenti», «Nuove tecnologie e cultura della comunicazione»...

Il dialogo con i non credenti appare, insieme al dialogo interreligioso, come una delle principali preoccupazioni del pontificato di Benedetto XVI.