Nel contesto della nuova evangelizzazione, quale compito costante e urgente della Chiesa, il Santo Padre Benedetto XVI ha menzionato un mezzo decisamente attuale e necessario per stabilire un dialogo sincero e cordiale con le persone non credenti. Si tratta del campo sempre importante del dialogo tra credenti e non credenti, che per quanto riguarda i cristiani è antico quanto la Chiesa stessa.
Benedetto XVI, in occasione del discorso di Natale alla Curia romana il 21 dicembre 2009, ha dedicato alcune parole alla questione dell’ateismo e dell’indifferenza religiosa contemporanea, gettando le basi per la nascita di quello che ha chiamato Cortile dei Gentili.
Queste sono state le parole del Papa: "Ma considero importante soprattutto il fatto che anche le persone che si ritengono agnostiche o atee, devono stare a cuore a noi come credenti. Quando parliamo di una nuova evangelizzazione, queste persone forse si spaventano. Non vogliono vedere se stesse come oggetto di missione, né rinunciare alla loro libertà di pensiero e di volontà. Ma la questione circa Dio rimane tuttavia presente pure per loro, anche se non possono credere al carattere concreto della sua attenzione per noi. A Parigi ho parlato della ricerca di Dio come del motivo fondamentale dal quale è nato il monachesimo occidentale e, con esso, la cultura occidentale. Come primo passo dell’evangelizzazione dobbiamo cercare di tenere desta tale ricerca; dobbiamo preoccuparci che l’uomo non accantoni la questione su Dio come questione essenziale della sua esistenza...Mi viene qui in mente la parola che Gesù cita dal profeta Isaia, che cioè il tempio dovrebbe essere una casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56, 7; Mc 11, 17). Egli pensava al cosiddetto cortile dei gentili, che sgomberò da affari esteriori perché ci fosse lo spazio libero per i gentili che lì volevano pregare l’unico Dio, anche se non potevano prendere parte al mistero, al cui servizio era riservato l’interno del tempio. Spazio di preghiera per tutti i popoli – si pensava con ciò a persone che conoscono Dio, per così dire, soltanto da lontano; che sono scontente con i loro dei, riti, miti; che desiderano il Puro e il Grande, anche se Dio rimane per loro il "Dio ignoto" (cfr At 17, 23)." E il Santo Padre continua con queste parole: "Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di "cortile dei gentili" dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa".
Ritengo che il Papa, in questa lunga citazione, spieghi il significato e la finalità del cortile dei gentili e incoraggi la Chiesa –ogni diocesi- a disporre di questo luogo che facilita l’accoglienza di persone che in qualche modo cercano Dio. È dunque uno strumento sicuramente idoneo per la nostra opera di evangelizzazione e per il dialogo con i non credenti.
Un aspetto fondamentale della missione del cortile dei gentili consiste nell’identificare i propri interlocutori nel mondo dei non credenti e in quello dei credenti, creando un ponte di apertura e di incontro tra tutti coloro che accettano il dialogo e possono divenire membri effettivi di questo gruppo di ricerca.
Cardinale Lluís Martínez Sistach
Arcivescovo di Barcellona
(Lettera pastorale in occasione della presentazione del Piano Pastorale arcidiocesano)