L’esposizione nel Braccio di Carlo Magno (Vaticano) dal 5 dicembre al 20 febbraio è promossa dai Musei Vaticani e dal Pontificio Consiglio della Cultura, e propone al pubblico una raccolta di circa 140 opere per presentare la complessa e multiforme produzione artistica del celebre architetto e ingegnere di origine spagnola. Un selezionato nucleo di modelli architettonici è accompagnato non solo dai relativi studi preparatori, ma anche da dipinti ad acquerello, nati da una vena creativa del tutto autonoma dalla genesi dei progetti stessi, e da una ricca antologia di sculture, sia monumentali come di formato più ridotto, realizzate in bronzo, marmo, alabastro, legno. Gli accostamenti tra opere appartenenti a codici artistici differenti, seguono criteri che indirizzano lo sguardo dell’osservatore verso livelli diversificati nella lettura dei volumi architettonici, della visione dello spazio e delle forme propri di Calatrava.
Sono presenti in mostra i modelli della Chiesa greco-ortodossa di St. Nicholas a New York e del Path Terminal del nuovo World Trade Center, progettati per Ground Zero; il progetto per il Palasport dell’Università di Tor Vergata a Roma; i modellini delle Torri di Malmö e di Chicago, dell’Opera House di Tenerife, dei ponti di Venezia, Buenos Aires, Gerusalemme, dell’audace progetto per il completamento della Cattedrale di St. John the Divine a New York e per la Los Angeles Chapel, dedicata a Padre Junipero, frate francescano inviato nel 1767 nelle missioni della “Baja California”.
Protagonista dell’esposizione, il movimento nello spazio apre, come i petali di un fiore, le maglie che compongono due colonne tortili in bronzo, modifica le sfumature cromatiche dei Moving Painting, scavalca il vuoto nel Ponte di Buenos Aires. È un movimento visionario, e non per questo meno vero, nell’intreccio delle corna dei tori ammassati, nei rami secchi di un bosco senza luce o nei corpi, che con i loro gesti compongono spazi, fisici, psicologici e spirituali.