FINALE DELLA JUNIOR TIM CUP
Domenica 26 maggio, per una provvidenziale coincidenza, la finale della Junior Tim Cup, il campionato degli oratori italiani, si è giocata proprio nel giorno di san Filippo Neri, l’inventore dell’oratorio.
È stata la prima volta a livello nazionale di un’iniziativa che ha coinvolto ottomila ragazzi in tutta Italia: 513 oratori, 16 tornei in 16 città italiane, per un totale di tremila partite giocate.
Il torneo è stato reso possibile grazie all’accordo firmato tra la Lega Calcio, l’operatore telefonico TIM e il Centro Sportivo Italiano (CSI). Abbinato al massimo campionato di calcio italiano e uno dei più importanti al mondo, la serie A della Lega Italiana, ben 32 squadre degli oratori hanno potuto disputare una partita nei grandi stadi di calcio prima delle partite di serie A.
Le 16 finaliste, provenienti dalle città che hanno squadre in Serie A, si sono incontrate a Roma per giocare le partite tra sabato 25 e domenica 26 maggio. Dai match, cominciati sabato mattina allo Stadio dei Marmi, sono emerse le due squadre finaliste (San Carlo Borromeo di Cagliari e Cristo Risorto di Bologna) e quelle in lizza per il terzo posto (Sant’Antonio di Montesilvano, Pescara, e San Bernardo di Comesina, Milano). La finale, domenica 26, si è giocata allo Stadio Olimpico di Roma, poco prima della Finale di Coppa Italia tra Lazio e Roma. Un sogno per i ragazzi di queste squadre, e per i loro accompagnatori, che hanno potuto calcare l’erba di uno dei maggiori stadi, mentre sugli spalti i compagni di campionato e mille ragazzi degli oratori romani facevano il tifo per loro. Alla fine, il primo posto è andato all’oratorio cagliaritano, che si è imposto 4-1 sui bolognesi, mentre il terzo posto è stato conquistato dai milanesi con un 4 a 3.
Ma non si tratta solo di calcio. Lo spirito di questa iniziativa vuole ridare al calcio i grandi valori dello sport. Il degrado e la violenza che circondano il mondo dello sport preoccupano tutti. L’iniziativa, sostenuta dalla Lega Calcio e da un noto operatore telefonico, fa parte di questa campagna di ampio respiro e di alto valore educativo. Proprio per questo, secondo l’accordo firmato, una parte sostanziosa dell’importo delle multe imposte ai giocatori e alle squadre per comportamento anti-sportivo è stata destinata all’acquisto di equipaggiamento e materiale sportivo per le squadre degli oratori meno fortunati. Con questi soldi, l’oratorio Don Guanella di Scampia (Napoli), uno dei quartieri “caldi” della periferia napoletana, potrà fare un nuovo campo sportivo completamente attrezzato per continuare ad essere un luogo di aggregazione e formazione, e sottrarre i ragazzi alla seduzione dell’illegalità. Altri tre oratori hanno vinto un premio per le loro proposte educative. Il primo è stato assegnato all’oratorio Beato Giovanni Paolo II di Olivarella (Messina), che ha coinvolto le famiglie del paese nella realizzazione della struttura e nella sua gestione. L’oratorio Sentinelle del Mattino di Perugia ha vinto il secondo premio per la sua capacità di interessare migliaia di ragazzi, e il terzo è andato all’oratorio San Luigi di Binzago (Mi), per il sostegno dato a progetti di solidarietà al di fuori dello stadio. Insomma, calcio e non solo. Non si tratta di investire su futuri astri dello sport, ma di educare integralmente persone in tutte le dimensioni dell’esistenza, l’uomo, uno in corpo e anima, immagine e somiglianza di un Dio che, –era la prima lettura della Messa della Trinità– “giocava sul globo terrestre, ponendo le sue delizie tra i figli dell'uomo”. (Pr 8,31)
Il Pontificio Consiglio della Cultura, attraverso il dipartimento Sport e Cultura era presente nella finale e nel momento della premiazione delle squadre finaliste