Cortile degli Studenti "Digito ergo sum"

Lunedì 23 novembre 2015

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Lunedì 23 novembre 2015 si è tenuto a Roma, presso il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo – dalle 10.00 alle 13.00, l’evento “Digito ergo sum”. L’iniziativa, organizzata dal “Cortile dei Gentili” e dalla “Pontificia Academia Latinitatis” con il sostegno del M.I.U.R., rappresenta la quarta edizione di una serie d’incontri che rientrano nel più ampio progetto del “Cortile degli Studenti”, dedicato ai liceali dell’ultimo triennio.

Il “Cortile degli Studenti” nasce con l’obiettivo di approfondire alcuni temi di particolare interesse per i giovani nonché fornire loro gli strumenti culturali per diventare protagonisti consapevoli del futuro, in uno spazio dove si confrontano grandi personalità del mondo della fede e del mondo ateo, cercando di dialogare sulle crisi che attraversano le società e sulle grandi domande dell’esistenza.

In particolare, questo quarto incontro, ha voluto stimolare una riflessione attorno alla lingua latina, depositaria del nostro patrimonio storico-culturale, per capire se questa conservi la sua validità come strumento di formazione e di comunicazione nella società odierna, attraversata dalle tecnologie digitali.

A introdurre il confronto sono stati il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il Prof. Ivano Dionigi, Presidente della “Pontificia Academia Latinitatis” e il Prof. e filosofo Giulio Giorello.

“Il latino è una lingua che non muore mai; ancora oggi usiamo termini come deficit, bus, una tantum, referendum… nessuno ci libererà dal latino”, ha affermato scherzando Ivano Dionigi. Perché? “Perché è una lingua sintetica, non analitica e con le declinazioni si risparmiano pronomi, articoli... si ottiene il maximum del significato con il minimum del significante”. Lo conferma il celebre Carpe diem di Orazio, tweet di nove caratteri in latino che diventano quattordici in italiano “Cogli l’attimo”, e il Suus nemo di Seneca, che in italiano diventa “nessuno appartiene a se stesso”. 

Il Cardinale Ravasi ha ricordato Antonio Gramsci: “Non si impara il latino e il greco per parlarli, per fare i camerieri, gli interpreti, i corrispondenti commerciali. S’imparano per conoscere direttamente la civiltà dei due popoli, presupposto necessario della civiltà moderna, cioè per essere se stessi e conoscere se stessi consapevolmente”. Con questa citazione ha sostenuto che “chi non conosce il proprio passato non riesce a vivere il suo presente in modo vero ed efficace” e ha dimostrato che ha senso mettere insieme la lingua antica e i social network, come suggerisce il titolo dell’evento “Digito ergo sum”.

Per il filosofo della scienza Giulio Giorello, “il latino non è solo un repertorio di espressioni linguistiche, bensì una gamma di strumenti per pensare la modernità”. Inoltre, ha aggiunto che “dovremmo essere bilingui come i rivoluzionari scientifici: Galileo, Cartesio”, per poi terminare il suo intervento con una provocazione: “Qualcuno scherzando disse una volta che per maggior chiarezza sarebbe stato meglio programmare i nostri computer in latino; e perché no?”

"Il latino scientifico si è mantenuto più a lungo, perché?” Ecco una delle domande più rilevanti poste dagli studenti durante il dibattito, la quale ha trovato risposta in Giorello: "Il latino dura nella scienza perché autentico. Invece nella letteratura troppe mediazioni".

L’evento è stato reso fruibile in real time sui social network, tramite continui aggiornamenti sui profili ufficiali Facebook e Twitter con l’hashtag #CortileDegliStudenti.