Cultura ed ecologia

Vol. XXIII 2015 N. 3

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ecology and culture Culture e Fede Vol. XXIII 2015 N.3

Il Vol. XXIII 2015 N.3 della rivista del Dicastero offre un focus sull'ecologia culturale.

L'enciclica "Laudato Si’" (LS) di Papa Francesco affronta infatti la dimensione culturale della crisi ecologica, facendo appello a una coraggiosa rivoluzione culturale (n. 114) in grado di attingere alle ricchezze delle diverse culture del mondo in senso ampio.

Insieme alle informazioni sulle altre nostre attività, incluso il Padiglione della Santa Sede all'Expo (nella foto di copertina), questo numero della rivista contiene quattro articoli scientifici su cultura ed ecologia.

Irina Bokova, direttore generale dell'UNESCO, sottolinea come l'enciclica si accordi con lo spirito della sua istituzione e i suoi programmi scientifici, educativi e culturali a favore dello sviluppo sostenibile, contro i cambiamenti climatici e a protezione del patrimonio culturale e naturale del mondo. La sua critica descrive i mali della privatizzazione, della cosificazione e della parcellizzazione e offre anche alcune considerazioni sull'antropologia e sulla storia dei movimenti umanistici, tracciando lo sviluppo della nostra comprensione di ciò che significa essere umani e cosa significa essere parte della natura con l'aiuto di Giovanni Pico della Mirandola, René Descartes e gli slogan di strada che hanno accompagnato l'incontro di Parigi Cop 21.

Segue il nostro consultore Isabell Naumann con un articolo su “Donne, culture e dialogo: ‘nessuna ecologia senza un'adeguata antropologia’”(LS 118). Usando un linguaggio teologico, richiama a una conversione ecologica come prova del nostro incontro con Gesù Cristo, che influenza il nostro rapporto con il mondo che ci circonda, la nostra casa comune. Il tempo, il mondo e la natura sono, in un certo senso, sacramentali, e la chiamata alla santità ci impone di abbracciare i principi di responsabilità e di dialogo. Mette in gioco i doni del genio delle donne, che contrastano la civiltà tecnologica declinata al maschile, apportando una socialità che offra un riparo nel nostro deserto tecnico; simboleggiando sicurezza, casa e rifugio, le donne custodiscono il significato dell’essere umano.

Usando l'analisi di Hannah Arendt sulla crisi della cultura e i suoi effetti dolorosi sia sull'ambiente sia sulla comunità umana, Isabel Varanda articola, a sua volta, il diffuso senso di devastazione causato da una cultura dello spreco, del consumismo e della irresponsabilità. La richiesta del Papa di un'ecologia integrale deve includere le dimensioni sociale e umana e non essere limitata alla natura. Le culture ancestrali un tempo coltivavano la terra e vivevano la città per il bene comune, e mentre entriamo in un'era ecologica post-industriale come homo faber-culturalis, alla luce di una crescita dell'intelligenza e della ragione, è necessario recuperare l'umanesimo e tornare a un esercizio del potere-con-gli-altri (non su-gli-altri). Così Varanda propone di seguire la visione di Arendt sulla cultura come continuità del mondo e amore per il mondo.

L’articolo finale è una riflessione di Pierluigi Malavasi dal punto di vista dei movimenti sociali e pedagogici impegnati a ricevere gli appelli del Pontefice per un approccio collettivo alle sfide di uno sviluppo integrale, sostenibile, ecologico per tutti. Con osservazioni su educazione, vocazione e responsabilità, egli mette in risalto gli elementi di giustizia sociale, prima di evidenziare la dimensione ecumenica e la stessa attenzione della tradizione francescana alle piccole cose, ai poveri e alla stessa creazione. Come dice il suo titolo, nulla in questo mondo è indifferente per noi.

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