In Principio… la parola si fece carne

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The Pavilion of the Holy See Outside the Pavilion

Padiglione della Santa Sede

56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia

La Santa Sede ha partecipato per la seconda volta nel 2015 alla Biennale d’Arte di Venezia, con un Padiglione ispirato al Nuovo Testamento: In Principio… la parola si fece carne è il tema scelto dal Commissario, il Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha voluto venisse sviluppato il tema del “Principio”, passando dal riferimento alla Genesi dell’edizione del 2013 a quello del Prologo del Vangelo di Giovanni.

I due poli essenziali intorno a cui si articola la struttura del Padiglione, curato da Micol Forti, sono: innanzitutto la Parola trascendente, che è “in principio” e che rivela la natura dialogica e comunicativa del Dio di Gesù Cristo (vv. 1-5); ad essa si unisce la Parola che si fa “carne”, corpo, per portare la presenza di Dio nell’umanità, soprattutto là dove questa appare ferita e sofferente (v. 14). Con il loro “incrociarsi” la dimensione “verticale-trascendente” e quella “orizzontale-immanente” costituiscono il cuore della ricerca.

Le due “tavole” del Prologo giovanneo sono dunque il fulcro della riflessione dalla quale prendono vita le opere dei tre artisti, individuati dopo una lunga selezione, secondo alcuni precisi criteri: la consonanza del rispettivo percorso col tema prescelto, la varietà delle tecniche artistiche, l’internazionalità e la diversità di provenienza geografica/culturale, e soprattutto il carattere ancora aperto e in evoluzione della loro ricerca.

 

 

 

 

 


Presentazione del tema : Cardinale Gianfranco Ravasi

    Era il 1982 e il critico letterario canadese Northrop Frye pubblicava il saggio The Great Code che Einaudi traduceva in italiano nel 1986: la formula “grande codice” era stata coniata, però, quasi due secoli prima da quell’originale ed eclettico personaggio inglese che era stato il pittore, poeta e incisore William Blake. Egli aveva spesso usato come metatesto per le sue creazioni proprio la Bibbia, il supremo “codice” iconografico e letterario adottato per secoli dagli artisti occidentali. Partecipando per la prima volta alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2013, la S. Sede ha idealmente voluto rinverdire questo legame che si era infranto nel secolo scorso, generando...

Continua


Presentazione del progetto artistico

Un dinamismo dialettico a tre voci

Micol Forti, Curator

Due sono i poli intorno a cui ruota e prende forma il progetto del Padiglione della Santa Sede: il Logos e la carne. Il logos stabilisce un rapporto, un’armonia, una mediazione; la carne impone un’immanenza, una traccia, un processo di in-carnazione.

Il loro inscindibile legame produce un dinamismo dialettico, irregolare, ellittico, bruscamente accelerato, precipitosamente rallentato, per sollecitare negli artisti come nel pubblico, la riflessione su un binomio posto alla radice dell’umanità.

Tre gli artisti, tutti giovani, di diversa provenienza, esperienza, visione etica ed estetica, chiamati a dare corpo all’idea evocata nel Prologo del Vangelo di Giovanni.

Monika Bravo, colombiana di nascita, internazionale di formazione, americana d’adozione, ha elaborato con sapienza e cura una narrazione scomposta e ricomposta su 6 schermi e altrettanti pannelli trasparenti, posti su pareti potentemente colorate. In ogni composizione Natura, Parola – scritta e detta – e Astrazione artistica si presentano quali elementi attivi di una visione euristica, aperta ad un margine di indeterminatezza sperimentale nell’elaborazione di un nuovo spazio percettivo e di una pienezza sensoriale, attraverso il garbo e la “manualità” poetica con cui l’artista usa i media tecnologici.

 

Monika BravoMonika Bravo, particolare dell’installazione ARCHE-TYPES. The sound of the word is beyond sense, 2015, LD monitor con proiezioni e lastre trasparenti su pannelli in legno dipinto, proiezioni, cm 440 x 230, foto Monika Bravo © Monika Bravo, Courtesy artista

 

La ricerca della giovane macedone, Elpida Hadzi-Vasileva, fonde abilità artigianali, conoscenze scientifiche e una potente visione estetica. Per il Padiglione ha progettato un’istallazione monumentale, architettonica, il cui “tessuto”, quasi una pelle, un manto, accoglie il visitatore in una dimensione fisica e simbolica ad un tempo. Realizzato con materiale organico di scarto, in un tragitto che dal ready-made conduce al re-made, l’artista crea un drappo che è insieme ricamo e superficie, presenza fisica e trasparenza, strumento di suggestione e sorpresa.

 

Elpida Hadzi-VasilevaElpida Hadzi-Vasileva, Haruspex (particolare), 2015, materiale organico Foto Elpida Hadzi-Vasileva, © Elpida Hadzi-Vasileva, Courtesy artista

La carne si fa storia, nella realtà restituita senza falsificazioni dal fotografo trentenne Mário Macilau. La serie di 9 fotografie in bianco e nero, realizzate a Maputo, capitale del Mozambico dove l’artista è nato e lavora, sono dedicate ai ragazzi di strada che ancora bambini si trovano ad affrontare la vita come sopravvivenza. Non si tratta di un reportage, ma un’opera poetica che ribalta i nessi tra l’Adesso e il Già stato, il Vicino e il Lontano, il Visibile e il Non-visibile. Il tema dell’origine e del fine di ogni atto artistico è portato dalla forza della composizione fotografica a confrontarsi con l’agonia del reale.

 

Mário MacilauMário Macilau, A Fish Story, fotografia dalla serie Growing on darkness/ Crescendo na escuridão, 2012-2015 Stampa a pigmenti su Hahnemühle cotton paper (es. 1/2), cm 133 x 200 Foto Mário Macilau © Mário Macilau, Courtesy Cataldo Colella

Conferenza Stampa di presentazione: 9 aprile in Sala Stampa della Santa Sede.

Monika Bravo (1964), nata e cresciuta in Colombia, oggi vive e lavora a New York; la macedone Elpida Hadzi-Vasileva (1971), attualmente vive e lavora a Londra; il fotografo Mário Macilau (1984), nato e cresciuto a Maputo, in Mozambico, dove abita.

Il catalogo del Padiglione, a cura di Micol Forti e Elisabetta Cristallini, (italiano e inglese - Gangemi Editore), oltre al saggio introduttivo di Gianfranco Ravasi, centrato sul tema del Padiglione, contiene testi di Micol Forti, Elisabetta Cristallini, Ben Quash, Octavio Zaya e Alessandra Mauro, schede e apparati.

Criteri di sobrietà ed economicità hanno guidato la progettazione e l’allestimento del Padiglione, a cura dell’arch. Roberto Pulitani, i cui costi sono stati totalmente sostenuti dagli Sponsor, che a vario titolo hanno reso possibile questo importante progetto.

L’inaugurazione ufficiale del padiglione è avvenuta alla presenza di S. Em. card. Gianfranco Ravasi, venerdì 8 maggio alle ore 16.30.

 

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per i giornalisti